martedì 25 febbraio 2014

Arte e donne a Francoforte

Autore Anna Marchi
titolo "Donne"

In questa mostra l'artista propone all'osservatore di andare indietro nel tempo ad una città che fu fondata, secondo la leggenda, da uno dei celebri eroi greci, Ercole: Pompei, città famosa per la fatidica eruzione del Vesuvio nell'anno 79 D.C. ed anche per i suoi affreschi. Giustamente la sua proposta è data a partire da un'interpretazione libera di quelle esuberanti immagini e particolarmente orientata verso la figura della donna. Nelle sue tele si accede alle forme femminili in un spazio denotato come l'AEVUM, caratterizzato per essere un tempo dove convergono simultaneamente presente, passato e futuro ad una velocità tanto forte, che sembra non avere movimento e, per questa ragione, è erroneamente interpretato come un tempo statico. Con riferimento al “topos”, da un una parte denota il posto reale, e contemporaneamente connota la storia in relazione con esso e l'arte erotica. D'altra parte, è un spazio figurato, poiché si tratta di una creazione artistica, è un posto condiviso dalla mano dell'artista attraverso la sua tecnica pittorica. “ Sono forse i miei studi classici, la passione per la pittura antica e sopratutto i misteri della donna, il femmile ancestrale.” A.M. In relazione alla donna, e la sua posizione dentro lo spazio figurato, diventa necessario contemplare quali connotazioni implicano. Come principio elementare di caratterizzazione, la donna ha curve ed anatomicamente ha la capacità di generare vita dentro sé. Per questo, la forma femminile esprime un principio spirituale che si manifesta in una forza vitale universal In questa opera si percepiscono in primo piano quattro figure: tre di esse sono donne e l'altra è quella di un uomo. La scena rappresenta un momento di svago e piacere del signore della casa, che osserva dal suo letto la danza erotica di una ballerina o schiava. Dopo, tra i cuscini si trovano le altre due schiave: una di esse ,reclinata, guarda il ballo e l'altra è seduta più prossima al suo signore ed avvolta in manti, per cui può inferirsi che sia la sua favorita. La pennellata libera delinea le sagome, a volte, carica ed energica, enfatizzando un tratto di una figura, come ,per esempio, si evidenzia nella schiava reclinata sul suolo che presenta una grossa linea rosa che fa risaltare la forma della sua coscia. Altre volte, lo stesso tratto carico svanisce ed il colore si fonde con un altro. È anche da rilevare come le differenti linee seguano un ritmo avvolgente che può apprezzarsi nella figura dell'uomo e della sua favorita. Attraverso le distinte pennellate l'artista continua a delimitare lo spazio che ogni figura occupa dentro lo spazio compositivo e quei ritmi affollati possono interpretarsi come l'aevum, conformandosi così una visione di un altro” tempo presente”,che è il tempo in cui l'osservatore guarda il quadro.

Marcela Aiello
critico d'arte