Quando mi è stato chiesto di dare un contributo ad un corso di Comunicazione e Marketing per l'Arte, ho aderito con entusiasmo, pensando che i miei studi di terapeuta Familiare e relazionale e tutto ciò che ho imparato come artista avrebbero potuto servire a qualcuno che volesse addentrarsi nei luoghi sfuggenti e misteriosi dell'arte contemporanea.
Ho quindi cercato di presentare l' "ottica sistemica" come paradigma della complessità in grado di poter connettere e integrare punti di vista molteplici , necessari per avvicinarsi all'opera d'arte , in quanto portatrice di molteplici significati e rimandi alla cultura , alla storia , all'artista e..anche a chi l'osserva.Già ,anche a chi l'osserva,In quanto ,come diceva Duchamp, il quadro è negli occhi di chi lo guarda.Il senso scaturisce dall'incontro e dall'interazione, che segue una causalità circolare,per cui è co-costruito .Da qui l'importanza dei presupposti e delle convinzioni di chi osserva, fruisce, critica.
Ma poi, quando ci si addentra nella comunicazione come sistema , gli argomenti che destano più l'interesse sono sempre quelli : i dilemmi sul come comunicare "bene " oppure come si arriva per escalation simmetrica a rovinarsi la vita e magari a rovinare quella degli altri . Difficile spiegare che la violenza o l'amore non sono cose che si trovano dentro la testa o il cuore, non sono neppure cose che possiamo passare da uno all'atro come fossimo dei recipienti da riempire.Difficile spiegare che costruiamo mondi anche con la nostra lingua .Ma le parole non sono pietre, anche se possono ferire.
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