Confessioni di una pittrice
Dopo un breve periodo di apprendistato presso un pittore ,
mi sono dedicata allo studio dal vero e ho prodotto ritratti di amici e
familiari, nature morte, specialmente fiori con una figurazione disinvolta e
semplificata, concentrata più su esiti coloristici ed espressionistici.
Nel contempo ho studiato le tecniche e interpretavo più o meno liberamente pittori impressionisti francesi, Monet, Renoir. In particolare mi sentivo attratta dalla tecnica veloce e dalla poetica di De Pisis. Ma la mia vera passione è sempre stata la figura umana. Uno dei motivi che mi hanno spinto nel 1991 all’iscrizione in Accademia è stato la possibilità di studiare il nudo.
Nel contempo ho studiato le tecniche e interpretavo più o meno liberamente pittori impressionisti francesi, Monet, Renoir. In particolare mi sentivo attratta dalla tecnica veloce e dalla poetica di De Pisis. Ma la mia vera passione è sempre stata la figura umana. Uno dei motivi che mi hanno spinto nel 1991 all’iscrizione in Accademia è stato la possibilità di studiare il nudo.
In quegli anni
sperimentavo composizioni gestuali e astratte è ho approfondito la ricerca fino
a comporre la figura umana con una pittura gestuale .
All’Accademia , durante una stage, sono rimasta colpita dalla
performance di Omar Galliani, che compose un grande quadro con pastelli all’”ecu”
e olio e trementina e mostrò un video in cui lasciava nelle acque della fonte
Aretusa un suo meraviglioso disegno anacronista….
Forse allora è scattata la molla per qualcosa che avevo
accantonato su consiglio di amici ed insegnanti: la mia grande passione per il
disegno e la pittura antica e la loro capacità di narrazione.
Da allora è cominciata la mia ricerca per conciliare l’anima
moderna e le tecniche più attuali con una nostalgia di classico che forse non
produce che fantasmi di classico.
Con i miei esperimenti ho rivisitato il ‘900 la Scuola romana,
e poi la Nuova scuola romana. Nel tempo, mi hanno colpito mostre di Grandi che
mi hanno influenzato a periodi, per cui il mio percorso è sempre un po’ a zig
zag.
Forse non sempre sono me stessa, ma chi può essere solo sé stesso
quando si colloca in una storia di tradizioni millenarie? Penso che il mito
dell’originalità sia una dannazione moderna , dovuta al mercato.
Io sono felice di portarmi appresso le mie esperienze e
quelle dei pittori che amo e che ho amato e che hanno “nutrito” la mia
immaginazione.
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